Terapia chelante

La terapia chelante è indicata come antiossidante e anti-aging e per il trattamento delle malattie autoimmuni come la sclerosi multipla, artrite reumatoide, tiroidite di Hashimoto, vasculite, sclerodermia, lupus e., psoriasi,e per le patologie cardiovascolari e aterosclerotiche (diabete).

Terapia chelante con EDTA – disintossicazione da metalli pesanti

La terapia chelante è un meccanismo chimico attraverso il quale una molecola(chelante) incorpora all’interno della propria struttura uno ione metallico. Il metallo così mascherato perde le proprietà tossiche caratteristiche. Nella terapia chelante sono usate molecole di sintesi, in grado di chelare i metalli tossici per promuoverne l’escrezione dall’organismo.

  • La prima volta viene fatto un test di chelazione che consiste In una flebo con EDTA e poi si raccolgono le urine per la ricerca dei metalli pesanti.
  •  L’EDTA viene somministrata per via endovenosa con cadenza settimanale o quindicinale a seconda dell’intossicazione e delle condizioni generali del paziente fino alla normalizzazione dei valori.

Il mio metodo: terapia chelante con EDTA e omeopatia unicista

  • Come prima cosa quando sospetto un’intossicazione da metalli faccio un test di chelazione (esame delle urine dopo flebo con EDTA). Questo mi permette di misurare i metalli presenti nelle urine.
  • Sulla quantità di metalli presenti nelle urine imposto la terapia che consta in un ciclo di flebo con EDTA, magnesio e vitamina C.
  • Ogni 7 flebo ripeto l’esame delle urine per valutare la situazione. (La maggior parte dei pazienti con sclerosi multipla riferisce un miglioramento della malattia dopo un certo numero di flebo).
  • Abbino a questa terapia disintossicante una cura omeopatica unicista per curare la stanchezza e i sintomi caratteristici della sclerosi multipla.
    o Voll), apparecchio che permette la misurazione dei potenziali di resistenza dei punti di agopuntura.

Conclusioni

Ho visto notevoli benefici nei pazienti con sclerosi multipla abbinando la terapia chelante a una cura omeopatica unicista che rinforza le difese immunitarie.
Con la terapia chelante possiamo:

  • riformare lo spessore dell’osso eroso dall’osteoporosi fornendo Ca ionico agli osteoblasti fabbricanti di osso;
  • ripulirci dai metalli tossici di cui tutti siamo intossicati (per lo stile di vita, l’ambiente, l’acqua, il cibo, il fumo, l’aria) la cui persistenza cronica nel nostro organismo è stata dimostrata essere la prima causa delle malattie degenerative neurologiche come il Morbo di Parkinson, Morbo di Alzheimer, SLA, Sclerosi multipla, Cataratta, Degenerazione maculare della retina, malattie autoimmuni e tumori, Malattia arterosclerotica;
  • ritardare gli effetti dell’invecchiamento contrastando il naturale indurimento delle arterie, riducendo l’ipertensione ritrovando nuova vitalità;
  • creare dei “by-pass naturali” compensando eventuali ostruzioni arteriose;
  • controllare i radicali liberi migliorando in tal modo la nostra salute. I radicali liberi sono veri “squali” molecolari che danneggiano le molecole della membrana cellulare, i mitocondri (i centri energetici della cellula) e il DNA (l’intelligenza della cellula). Questa distruzione contribuisce a provocare attacchi cardiaci, artrite, cancro ed il processo di invecchiamento;
  • rimuovere le placche di calcio dal microcircolo “prima causa di invecchiamento”.Abbiamo l’età delle nostre arterie e con la terapia chelante i vasi diventano più elastici anche perché viene favorita la ricostituzione dei legami di collagene.
    Il meccanismo della Terapia chelante non è solo quello di ripulire il microcircolo dalle placche di calcio e fibrina ma soprattutto quello di ricreare il collagene (parte elastica) dei vasi stessi ridonando l’elasticità perduta.

Interviste a pazienti con sclerosi multipla in cura con terapia chelante e omeopatia

Faq

Cos’è l’EDTA

L’acido etilendiaminotetracetico (EDTA) fu sintetizzato per la prima volta in Germania nel 1935. Anche in America verso la fine degli anni 30 Berswort e colleghi svilupparono un procedimento per produrre EDTANa4. In campo medico si usa il sale disodico in quanto è più solubile.
L’EDTA fu usato per la prima volta in medicina nel 1954 per curare l’intossicazione da piombo sia degli adulti che dei bambini. Poco tempo dopo, l’EDTA fu per la prima volta per eliminare il calcio in pazienti ipercalcemici e in via sperimentale per disintossicare animali da ricerca contaminati radioattivamente. Verso la metà degli anni 50 il gruppo di Clark e Detroit pubblicò un testo sul lavoro svolto sulla chelazione dell’EDTA nell’arteriosclerosi e nell’angina pectoris; fu però il lavoro effettuato presso la Georgetown University nei primi anni 50 che evidenziava gli effetti ipocalcemizzanti dell’EDTA, a costituire la base per gli studi di Detroit e a suggerire la possibilità di ottenere con la chelazione validi risultati nei disturbi di ostruzione arteriosa. L’EDTA ha avuto anche altri impieghi clinici , come per esempio nella lisi di calcoli renali.
Un’ora dopo la somministrazione per via endovenosa, il 50% è eliminato dall’organismo e 24 ore dopo ne è eliminato il 90%. Infatti l’EDTA disodico è un acido poliaminocarbossilico non metabolizzabile e quindi passa invariato nelle urine. L’EDTA una volta introdotto endovena chela i seguenti ioni con attrazione decrescente : cromo, ione ferrico, alluminio, mercurio, rame, piombo, zinco, ione ferroso, manganese ,calcio e magnesio. La chelazione del ferro e del rame avviene solo quando essi non fanno parte di complessi enzimatici o sistemi di trasporto ma solo quando si trovano in forma libera. Tre grammi di EDTA chelano fino a 0,2 gr. di alluminio.
Attualmente un milione di americani si cura con la terapia chelante.
Io ho conosciuto la terapia chelante circa dieci anni fa in quanto accusavo una persistente stanchezza fisica. Tramite la dott.Carla Centa che la praticava a Padova dal 1985 ,mi sono avvicinata a questa “nuova cura” dopo una rimozione delle amalgame dentarie in quanto il mineralogramma evidenziava un’intossicazione da mercurio. Da allora visti i benefici sulla mia persona non ho più abbandonato questa terapia che continuo a praticare su me stessa. Dopo sono subentrata alla dottoressa Centa dopo adeguato training e corsi mirati.

Cosa fa l’EDTA nella terapia chelante

L’EDTA oltre a rimuovere i metalli pesanti agisce anche sulle patologie cardiovascolari tramite la chelazione del calcio con dissoluzione della placca ateromatosa, mha azione antiossidante (riduzione della lipoperossidazione) riduce i depositi di ferro,provvede all’attivazione dei sistemi enzimatici liberati dall’azione dei metalli pesanti, stabilizza le membrane cellulari ,migliora l’elasticità della parete arteriosa e dilata le arterie e aumenta la produzione di ossido nitrico.
E’ stata usata efficacemente anche nel trattamento di alcune forme di cancro in associazione ai trattamenti antitumorali convenzionali e non convenzionali. La genesi di molte neoplasie infatti è in relazione all’accumulo di metalli tossici. In Italia la medicina ufficiale riconosce l’impiego dell’EDTA come terapia nell’intossicazione da metalli pesanti,da digitale e nell’ipercalcemia.

Controindicazioni terapia chelante

L’EDTA è incluso nella lista di sostanze con minimi effetti collaterali GRAS (Generally Recognized As Safe) dell’FDA e largamente utilizzato come additivo alimentare.

A chi è sconsigliata?

  • Epatopatie in fase acuta
  • Gravidanza
  • Lesioni intracraniche

I metalli pesanti

Tra tutte le sostanze inquinanti i metalli pesanti sono quelli più pericolosi. Essi hanno una spiccata affinità per le strutture più nobili dell’organismo (neuroni, sistema nervoso, DNA cellulare, ossa, fegato, rene) e superano sia la barriera ematoencefalica che la placenta. Il loro meccanismo d’azione consiste nel bloccare l’attività di numerosi complessi enzimatici cui segue un danno metabolico e quindi un alterato funzionamento cellulare. Una volta l’intossicazione da metalli tossici era dovuta da certe situazioni specifiche e isolate. Ora praticamente tutti i prodotti industriali ne contengono una parte, per cui oggi i metalli tossici li troviamo nell’aria, nell’acqua e nel cibo che mangiamo.
Attualmente negli USA e in molti altri paesi del mondo oltre 1 milione di persone sono state curate con terapia chelante con EDTA secondo il protocollo ufficiale ACAM, con soddisfacenti risultati sul piano clinico e senza particolari problemi avversi sia per l’intossicazione da metalli pesanti che per problemi cardiovascolari. Tale terapia si è affermata valida anche come mezzo preventivo per contrastare il normale invecchiamento cellulare, grazie ai meccanismi d’azione dell’EDTA (antitossico, antiossidante e microcircolatorio). L’EDTA è stata riconosciuta valida dal FDA per la rimozione dai metalli pesanti.

Elenco metalli pesanti

Afnio: irritazione agli occhi, alla pelle e alle mucose.
Alluminio: danni al sistema nervoso centrale, demenza, perdita di memoria, autismo.
Antimonio: danni cardiaci, diarrea, vomito, ulcera allo stomaco.
Arsenico: cancro linfatico, cancro al fegato, cancro della pelle.
Bario: ipertensione, paralisi.
Bismuto: dermatite, stomatite ulcerosa, diarrea.
Cadmio: malattia itai-itai, diarrea, dolori di stomaco, vomito, fratture ossee, danni immunitari, disordini psicologici, tumore.
Cromo: danni ai reni e al fegato, problemi respiratori, cancro polmonare.
Gallio: irritazione alla gola, difficoltà respiratorie, dolori alla cassa toracica.
Indio: danni al cuore, reni e fegato.
Iridio: irritazione agli occhi e al tratto digestivo.
Lantanio: cancro polmonare, danni al fegato.
Piombo: danni al cervello, disfunzioni alla nascita, danni ai reni, difficoltà di apprendimento, distruzione del sistema nervoso.
Manganese: turbe alla coagulazione del sangue, intolleranza al glucosio, disordini allo scheletro.
Mercurio: distruzione del sistema nervoso, danni al cervello, danni al DNA.
Nichel: embolia polmonare, difficoltà respiratorie, asma e bronchite cronica, reazioni allergiche della pelle.
Palladio: altamente tossico e cancerogeno, irritante per le mucose.
Platino: alterazioni del DNA, cancro, danni all’intestino e reni.
Rame: irritazioni al naso, bocca ed occhi; cirrosi epatica, danni al cervello e ai reni. Emicranie croniche
Rodio: macchie alla pelle, potenzialmente tossico e sospetto cancerogeno.
Rutenio: altamente tossico e cancerogeno, danni alle ossa.
Scandio: embolia polmonare, danni al fegato.
Stronzio: cancro ai polmoni, nei bambini difficoltà di sviluppo delle ossa.
Tantalio: irritazione agli occhi e alla pelle, lesione del tratto respiratorio superiore.
Tallio: danni allo stomaco, al sistema nervoso, coma e morte, per chi sopravvive al Tallio rimangono danni al sistema nervoso e paralisi.
Stagno: irritazione agli occhi e alla pelle, emicrania, dolori di stomaco, difficoltà ad urinare.
Tungsteno: danni alle mucose e alle membrane, irritazione agli occhi.
Vanadio: disturbi cardiaci e cardiovascolari, infiammazioni allo stomaco ed intestino.
Ittrio: altamente tossico, cancro ai polmoni, embolia polmonare, danni al fegato.

Prevenzione

Per prevenire l’intossicazione da metalli pesanti è necessario far funzionare al meglio l’intestino:

  • bere molta acqua (1,5 litri al giorno)
  • alimentazione biologica (molta frutta e verdura)
  • pensiero positivo
  • evitare troppi tatuaggi
  • sostituire le amalgame in mercurio nelle otturazioni dei denti

Sintomi intossicazione cronica da metalli pesanti

• sbalzi di umore, irritabilità, nervosismo
• timidezza eccessiva, cambi di personalità
• amnesia
• stanchezza, spossatezza, debolezza, astenia
• spasmi muscolari, crampi muscolari, artrofia muscolare
• insonnia
• cefalea, cefalea cronica
• stati convulsivi, allucinazioni
• prestazioni scadenti alle prove di valutazione delle funzioni cognitive
• sensazione di vedere annebbiato
• nevralgie, parestesie, paralisi di Bell, alterazioni dell’elettroencefalogramma
• depressione (anche grave)
• alopecia
• allergie
• sintomi respiratori, fibrosi polmonare, enfisema, asma
• dolori addominali, crampi addominali intermittenti
• inappetenza, diarrea, stitichezza, nausea, gusto metallico in bocca, alitosi
• affezioni della cute
• anemia
• osteoporosi

Sintomi intossicazione acuta da metalli pesanti

• stanchezza e debolezza eccessiva
• allucinazioni
• cefalea
• nausea, vomito, dolori addominali intensi, diarrea
• parestesie
• vertigini
• alterazioni delle mucose